Gioventù sonica – romanzo
I Libri della Leda editore
2012
Quando a tredici anni ti regalano Linux Mandrake, a venti la versione Ubuntu ti sembra per principianti.
Poi inizia a piacerti, l’informatica dico, e alcune definizioni da parole crociate per le funzioni di Microsoft Word ti sembrano così assurde! Sono operazioni, oramai, automatiche.
E poi vivi il periodo mIRC, compili in html il tuo script personale e cancelli un paio di icone dal desktop di qualche tuo amico con un trojan. Ma è già il momento di Msn, quando gli ormoni sono a mille, e trovare la e-mail della tipa che ti piace non è così facile come sembra. “Che vergogna”, pensi.
Poi arriva Facebook, ecco, e la vergogna scompare. Ti iscrivi per trovare qualche foto di una tua vacanza a Bruxelles, nel marzo del 2008, caricate da Tom, belga doc. Ad agosto si iscrivono tutti e “aggiungi” tutti e pensi che oltre alle ragazze possono crearsi interazioni che con mIRC e Msn prima erano impossibili.
Nel frattempo, in preda ad una febbre da cavallo che speri di curare con una bottiglia di vino intera, ti ritrovi a scrivere di getto un piccolo romanzo. Poche migliaia di caratteri (spazi inclusi, eh!) che ti piacciono tanto, ti liberano e ti rilassano. Ti piace scrivere.
Mentre poi decidi a quale facoltà iscriverti (medicina? no! ingegneria? ma scherziamo?) ti iscrivi a Twitter e non capisci a cosa serve e lo lasci “in quarantena”, come uno strumento del demonio che tutti dicono abbia un potenziale.
Scegli economia, studi il mercato, le varie forme e criticità, l’assurdità di una sua ipotetica “perfezione”. E poi gestione del personale, marketing, e poi capisci che esistono delle regole e trovi interessante anche il diritto. Nel frattempo ti iscrivi a Instagram e ti senti fotografo con tutti quei filtri. E, naturalmente, continui a scrivere. Romanzi? Anche. Ti chiedi come possa essere fare il giornalista, decodificare un comunicato stampa illeggibile, andare a noiosissime conferenze e incontri e presentazioni di libri. In quante battute devo descrivere questa schifezza? “Mi servirà”, pensi, “mi servirà”. E infatti mi è servito.
Capisci che saper scrivere è fondamentale, ma è anche inutile se non conosci i tuoi lettori, se non fai una ricerca di mercato.
Scrivere pezzi sul web è diverso: hai una infarinatura di html, conosci le app per personalizzare le foto, hai sentito così tanta musica da chiederti “cos’è un embed?”. Le regole sono diverse. Dicono si chiami SEO. E vai avanti così, imparando, capendo che Twitter serve, che Google+ apparentemente, invece, non serve, che i social network non sono più uno strumento adolescenziale.
È bello sapere che un piacere come la scrittura si sia unito con prepotenza ai tuoi studi economici.
Potrebbe essere tutto così fluido… se solo assecondassimo le nostre passioni e i nostri obblighi.
Questo è il motivo per cui ho scelto di essere un copywriter. Nient’altro che per parte della mia vita.
Classe 1988; nasco, cresco e vivo a Salerno. Ho studiato economia e nel frattempo ho pubblicato tre piccoli romanzi. Collegando gli studi economici e la passione per la scrittura, cerco ancora oggi di essere un buon copywriter. Dopo alcune esperienze in agenzie pubblicitarie, nel 2017 ho fondato Verve, dove sono Direttore Creativo.
Sono contrario al perbenismo, inteso come pratica di apparire in un modo che non ci appartiene per avere maggiore credibilità o un ruolo rispettabile.
Mio padre mi ha insegnato che ogni eccesso fa male: fumare troppo, mangiare troppo, bere troppi alcolici equivale esattamente a fare troppa palestra, a mangiare troppe verdure e ad essere troppo buoni con tutti.
Mia nonna mi ha insegnato che si può vivere con poche cose, con pochi vestiti, con poco cibo, con poca acqua. Sfarzo, cosmetici e parole sono superflui.
Mia madre mi ha insegnato la concretezza dell’attimo in cui una decisione va presa. Si può stare in equilibrio su una corda per tanto tempo, ma poi bisogna scegliere se ricadere alla sua destra o alla sua sinistra.
Personalmente ho imparato una cosa: per quante cose brutte possano accadere nella nostra vita, continuo ad amare, ad avere fiducia nelle persone e nel mondo, a credere nel progresso e nella continuità dell’esistenza. Ma con intelligenza, non per partito preso, non per infatuazione o per opportunità. Spesso mi fermo, guardo il dorso della mano e mi sveglio. È il mio modo per fare tabula rasa di pensieri e preoccupazioni per lasciare spazio alle cose davvero importanti. O almeno a quelle che credo lo siano.
Gioventù sonica – romanzo
I Libri della Leda editore
2012
Sussidiario del socialismo – saggio
I Libri della Leda editore
2012
Autore, compositore
progetto FAAB music